Isole Svalbard: una notte di sole

Il grande Nord:

Puoi prepararti mentalmente al Grande Nord, puoi aspettarti qualcosa, puoi partire preparato, ma finchè non arrivi di persona alle Isole Svalbard non potrai mai capire cosa sia in grado di fare la natura a queste latitudini. Quello che succede è talmente diverso da ciò a cui siamo abituati in Italia, che ti lascerà destabilizzato…

Longyearbyen:

Longyearbyen è il capoluogo (nonchè l’unica città) delle Svalbard ed è la località abitata più a nord del mondo, ci troviamo a 1307 km dal Polo Nord! Sembrano tanti ma in realtà se pensi che fra te e il Polo non c’è nessun altro la cosa è abbastanza sconvolgente; solo ghiaccio, orsi bianchi e poco altro, e nessuno può avventurarsi oltre quel limite senza una guida, senza uno scopo preciso visto che non ci sono strade nè piste, solo natura selvaggia… A partire dal clima che vista la latitudine è da record tutto l’anno: In estate si va dai 3 ai 7 °C con pochissima escursione termica perchè il sole non tramonta mai; durante l’inverno invece le temperature massime sono di circa 11 gradi sotto lo zero, per arrivare alla minima temperatura mai registrata di -46,3°C registrata a marzo 1986.

Nei miei viaggi quello che mi piace osservare è il rapporto tra l’uomo e l’ambiente in cui vive, mi piace scoprire la straordinaria capacità di adattamento alle condizioni più estreme che vanno dai deserti aridi e assolati alle terre più fredde e inospitali come da queste parti. 

Longyearbyen non la si può definire una vera città, innanzitutto perchè ha abitanti nativi del luogo: ti basti pensare che qui non c’è un ospedale ma solo un piccolo pronto soccorso traumatologico, qui il medico di guardia ha il potere di farti salire sul primo aereo  a spese del servizio sanitario nazionale e di farti andare a curare ad Oslo (che è la città più vicina e si trova a 3 ore e mezza di volo). Vivere qui è veramente difficile, ci sono in tutto due supermercati e un paio di ristoranti, 4-5 alberghi di lusso e il resto della ricettività è in case private, c’è persino un museo nazionale e uno privato sulla storia delle esplorazioni artiche aperto da un Italiano che è arrivato lì 20 anni fa e non è più tornato.

Qui ci vivono solo scienziati, ricercatori, persone che si fermano per qualche tempo a studiare i vari fenomeni climatici, geologici e biologici che esistono solo in questo angolo sperduto del nostro mondo. Ad esempio la cosa più importante che esiste qui e che non è visitabile per nessun motivo è lo Svalbard Global Seed Vault ossia il “Deposito globale di sementi delle Svalbard” che è di fatto un caveau blindato sotterraneo nel quale si trovano archiviati tutti (o quasi) i semi delle specie vegetali esistenti al mondo, una sorta di banca dati del DNA botanica.

Il villaggio ha da pochi anni un aeroporto internazionale e fino ad una decina di anni fa, gli aerei volavano a vista senza strumentazione su una pista di terra battuta (innevata in inverno) adibita allo scopo. Il porto riceve merci e passeggeri delle navi da crociera che si spingono fino a qui e solo durante la breve estate. Una chiesetta in legno chiude i servizi necessari alla vita locale dei 2144 abitanti calcolati nell’estate 2015.

Le strade anche in centro sono tutte sterrate, l’unico pezzo asfaltato è la pista dell’aeroporto, ci si accorge subito che tutte le case sono costruite su palafitte e che le tubature sono esterne e sopraelevate, questa è una necessità a causa del permafrost: quel fenomeno tipico delle terre artiche emerse che fa rimanere il terreno perennemente ghiacciato anche in estate. Le tubature non possono essere interrate perché a causa delle temperature congelerebbero immediatamente diventando inservibili, le case invece vengono costruite su palafitte perchè in questo modo non sono a contatto con il terreno sempre freddo e perchè a lungo andare  la parte ghiacciata della terra a causa delle differenze di temperatura potrebbe avere degli spostamenti anche di alcuni centimetri che andrebbero a causare cedimenti strutturali sugli edifici.

Longyearbyen è stata etichettata come La cittadina dove è vietato morire perchè a causa delle temperature estremamente rigide per tutto l’anno, esiste un divieto di sepoltura all’interno del piccolo villaggio di Longyearbyen. Infatti la decomposizione dei cadaveri, viene impedita dalle condizioni climatiche che con le temperature rigide rallentano la normale distruzione dei microrganismi. La norma è stata decisa in seguito ad una epidemia avvenuta tra il 1917 e il 1920 e del ritrovamento di virus “ancora attivi” nei tessuti prelevati da corpi riesumati a distanza di anni.

Escursioni:

Le Svalbard si trovano oltre il 78° parallelo nord e qui non ci si viene per visitare la città, ma per rimanere estasiati dalla natura incontaminata, che potranno visitare i più arditi che si faranno scortare da una guida con fucile per difendersi dagli orsi bianchi che sono carnivori e molto spesso attaccano l’uomo per cibarsene. Gli uomini vanno in giro armati anche in città per difendersi da eventuali aggressioni, ho visto persino una giovane mamma con passeggino andare in giro con il fucile in spalla. La caccia all’orso ovviamente è vietata, ma in caso di necessità è ammesso ucciderli per difendersi in caso di attacco. Le statistiche dicono che ogni anno, tra i vari attacchi mediamente muoiono un uomo e un orso…

Svalbard

Tra le escursioni possibili in giornata c’è da fare la vecchia Miniera raggiungibile a piedi con circa tre ore di trekking a piedi da fare sempre con la guida armata per motivi di sicurezza. Il camminare in spazi così vasti senza protezione mi ha fatto sentire un pò come una polpetta per orsi pronta all’uso! La nostra guida era molto attenta perchè sono mammiferi velocissimi anche a correre ed è necessario essere davvero prudenti, non è sufficiente scappare, nè si può uccidere un orso solo per prudenza per impedirgli di attaccare. Durante la passeggiata si possono vedere anche i radiotelescopi che trasmettono i loro segnali nell’universo…

La vecchia miniera di carbone di Pyramiden:

Ma il posto più incredibile da raggiungere e visitare accuratamente è di sicuro la vecchia miniera di carbone di Pyramiden, costruita dai Russi e improvvisamente abbandonata nel 1996 quando in un incidente aereo durante l’atterraggio morirono 130 operai dei circa 1000 che lavoravano in questo sito. Il lutto unito all’esaurimento della vena produttiva e alle mutate situazioni politiche di quegli anni (legati al crollo della ex Unione Sovietica) fecero decidere per una immediata chiusura: i pochi dipendenti rimasti vennero licenziati e invitati a ripartire entro 4 mesi. Pyramiden da sola vale il viaggio, è raggiungibile da Longyearbyen in motoslitta durante l’inverno quando il mare gela e si crea uno strato di ghiaccio in grado si sostenere un camion oppure si raggiunge in nave durante l’estate.

Pyramiden non è solo un’enorme miniera, ormai è una ghost town abbandonata in cui è un piacere addentrarsi a curiosare e fotografare i vecchi edifici abbandonati di fretta dagli operai russi. Qui c’è una piscina di acqua di mare riscaldata (ormai vuota), un campo di calcetto coperto e il cinema nel quale ancora si trovano aggrovigliate le vecchie pellicole di celluloide in bianco e nero di qualche cineasta sovietico.

Nei pressi del porto mercantile ci sono i magazzini all’epoca c’era persino un ospedale attrezzato con sala operatoria! Gli operai vivevano in tre edifici: uomini, donne e famiglie: le strutture sono ancora visibili ma non tutte visitabili e in una di queste c’è uno spartano albergo che è stato riadattato e oggi è in grado di accogliere avventurosi ospiti che sappiano accontentarsi di un letto, una doccia calda e qualcosa da mangiare in questo avamposto nel nulla.

Le austere scritte in cirillico ancora rimaste, ci ricordano inequivocabilmente il passato recente di questi luoghi che ancor oggi vivono di un silenzio eterno rotto solo dalle strida di migliaia di gabbiani che in estate trovano sempre pesce abbondante di cui sfamarsi. Qui non ci sono motori, non ci sono più i camion della miniera, nè i rumorosi nastri trasportatori che caricavano la materia prima a bordo delle navi, arriva solo una nave che scarica i turisti per qualche ora….

Camminare a Pyramiden è un’esperienza mistica di contemplazione sul tempo delle cose, puoi vivere una giornata come un filosofo addentrandoti tra i suoi edifici abbandonati ma non cadenti, non fatiscenti che sono rimasti “congelati” al momento in cui furono abbandonati poco più di venti anni fa. Se cerchi un bar dove prendere un caffè o una terrazza dove consumare un aperitivo sei nel posto sbagliato: devi tornare al villaggio distante 40 chilometri per trovare qualcosa del genere…

Agosto: quando il sole di mezzanotte lascia spazio al buio

Il fenomeno più conosciuto che si verifica da queste parti è quello del sole di mezzanotte e di conseguenza quello delle lunghe notti invernali. La cosa che invece è meno nota è il fatto che il buio e il sole non durano come molti pensano 6 mesi ciascuno, in natura le cose non sono mai così nette e i passaggi sono graduali. Ma la cosa che più sconvolge è la rapidità di questa gradualità che fa aumentare o diminuire la durata del giorno e della notte di ben due ore ogni settimana e che in soli due mesi si perdono 24 ore di luce!

Non puoi rimanere indifferente al sole di mezzanotte, è una sensazione unica: il sole non sorge mai e non tramonta mai, lo vedrai girare sopra la tua testa a qualsiasi ora più o meno sempre alla stessa altezza, a mezzogiorno è quasi alla stessa altezza in cui si trova alle 2 del mattino… La luce non cambia mai di intensità e le ombre sono sempre uguali (non le vedrai allungarsi al tramonto).

A fine agosto alle Svalbard è quindi il periodo migliore per rendersi conto del cambiamento e anche per iniziare a dormire un pò almeno durante le brevi notti. Infatti, andando in piena estate il sonno sarà senz’altro disturbato dalla mancanza di alternanza giorno/notte, è questo un fenomeno di cui tenere assolutamente conto in un viaggio come questo poichè il nostro organismo tenderà a rimanere sempre sveglio quando è in presenza di luce.

Persone che vivono lì mi hanno parlato al contrario di una sorta di letargo nel quale cadono i pochi presenti durante la lunga notte invernale quando la popolazione si riduce da 2000 a 4-500 persone: sono mesi nei quali ogni genere di attività è ferma, gli alberghi chiusi, le escursioni impossibili e anche andare a fare la spesa al supermercato può essere pericoloso a causa degli orsi che arrivano fino al villaggio per cercare cibo…


Il sole di mezzanotte dura per circa quattro mesi: dal 19 aprile al 23 agosto. La notte tra il 23 ed il 24 agosto è l’ultima in cui il sole rimane costantemente sopra l’orizzonte.

Dalla notte successiva inizia a tramontare e il 26 ottobre inizia la lunga notte polare che termina il 16 febbraio per ri-diventare sempre giorno in meno di due mesi!


Foto e parole di Roberto Gabriele

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