il mio cinema a New York

New York…. Adoro questa città. I LOVE NEW YORK!!!! La amo da prima di averla visitata. E forse l’avevo visitata ancor prima di andarci di persona. Non la conoscevo: quando ero un bambino un pò snob la pensavo e la immaginavo come una città troppo moderna, senza personalità, alla quale mancava la storia e monumenti importanti come ad esempio il Colosseo, o i Canali di Venezia…. Poi durante l’adolescenza iniziai a sentirmi Fotografo e Viaggiatore e iniziai a rivedere le mie idee su questa fantastica città….

Le prime esperienze di conoscenza le ho avute al cinema, quando iniziavo a vedere il grande cinema americano e a rendermi conto che forse da grande sarei diventato Fotografo. Iniziai a vedere le ambientazioni dei film più belli e a scoprire che New York era raccontata come una Protagonista della storia, e non come una ambientazione di alcune scene. New York è la città che influenza chi ci vive e ci lavora. Il rapporto è inverso a quello che succede nel resto del mondo: qui non sono le persone ma è la città stessa a raccontare le storie, la gente le vive di conseguenza. Mi resi conto che questa città era molto più di un set cinematografico a cielo aperto e disponibile agli occhi di chiunque, era il soggetto dei film, era la storia stessa, viveva di vita autonoma come un protagonista. Scoprii che dentro di me cresceva il mito della città e che oltre ai film iniziava a vivere anche dentro di me fin quando decisi che la mia iniziazione a NYC sarebbe stata nel modo più profondo: correndo la Maratona di New York. Erano passati 15 anni da quando iniziavo a pensare di andarci.

Appena arrivato, la mia prima impressione fu quella di esserci già stato, di averla già vista. Mi rendevo conto che quello che vedevo nei film non era finzione cinematografica ma era tutto vero, tutto incredibilmente uguale a 1000 scene di film a me già noti eppure, mi meravigliavo di quanto, allo stesso tempo fosse tutto nuovo. Quello che cambiava erano sicuramente le percezioni di ciò che stavo vivendo in prima persona e non al cinema.

New York sa accoglierti, non solo perchè i posti che vedi per la prima volta in realtà già li conosci, New York è anche la città in cui come dice una canzone degli U2 le strade non hanno nomi perchè sono identificate da numeri e questo vuol dire che anche senza mappa sai sempre dove sei e dove devi andare, tutto questo rende la città accogliente e familiare pur essendo una metropoli enorme.

Non parlerò di Cinema, di attori e registi, nè recensire tutti i film, non sono un Critico, oggi voglio raccontarvi di quello che ho provato io, di quelle che sono state le mie impressioni nel vivere la città come in un set, come se anche io fossi protagonista di un film che si stava girando a mia insaputa. Guardate questi film, quanto sono diversi tra loro, diverse le storie, i modi di raccontarle, le epoche e le ambientazioni eppure tutti, chi in un modo, chi in un altro, hanno significato molto per me.

Da quel giorno sono tornato a New York per 7 volte e ci torno ogni anno a fotografarla, a scoprirla, ad amarla come una generosa amante che si sappia dare senza limiti a chiunque voglia sentirla sua.

La febbre del sabato sera

E visto che abbiamo iniziato dalla musica e dalle eleganti sonorità di Manhattan, restiamo in campo musicale e spostiamoci a Brooklyn. La Febbre del Sabato Sera non viene ricordata per la città, ma per la sua storia. Ma voi sapreste immaginare una storia come quella di Tony Manero in una città diversa da questa? La colonna sonora dei Bee Gees ha modificato il ritmo del battito cardiaco di quelli della mia generazione. Ero un bambino, nel 1978 quando uscì questo film che vidi anni dopo perchè vietato ai minori di 14 anni… Ma vedere quella metropolitana che volava su una ferrovia sopraelevata, vedere quelle case e la Lenny’s Pizza e sapere che oggi è tutto come allora mi ha fatto sussultare…

New York, New York

Il titolo del film già dice tutto e prende il nome dalla omonima canzone cantata da Liza Minnelli che ha legato meglio di qualunque altra una melodia alla città di New York. Più che il film, in questo caso è proprio la Colonna Sonora ad aver generato in chiunque di noi un immaginario onirico legato alle atmosfere di questa città. Accendete le casse del Vostro computer e fate play su questo video… E magari leggete anche il testo della canzone che non può che riportarvi al vero spirito di questa città incredibile: I wanna be a part of it e in effetti ci si sente davvero perte integrante di questa città, anche quando non la si conosce ancora. I wanna wake up in the city, that doesn’t sleep svegliarsi nella città che non dorme mai…. If I can make it there, I’d make it anywhere e questo senso di universalità che davvero si sente forte a NYC.

Smoke

Rimaniamo ancora a Brooklyn e facciamo un salto nel tempo fino al 1995…. Erano questi gli anni in cui sentivo fortissimo il bisogno di andare a New York, a vivere questa città e facevo indigestione di chilometri di pellicola, mi saziavo solo con ore e ore al buio dei cinema di Latina a sognare di attraversare l’Oceano Atlantico per entrare in una tabaccheria come questa, a vedere e parlare con gente come gli amici del tabaccaio, ad ascoltare le loro storie e a fotografare tutto questo per raccontarlo con le mie immagini. In questo film c’è uno spaccato della vita newyorkese, la cosa incredibile è che Brooklyn è solo uno dei 5 quartieri di New York ed è immenso, è il più grande, eppure la vita lì è come quella che troviamo nei paesini dell’Appennino italiano! A Brooklyn ci si conosce tutti, la vita scorre tranquilla, i tempi non sono quelli di Manhattan, ci si può intrattenere  a parlare di filosofia con gli amici… Ovviamente ogni volta che torno a New York con i Gruppi di Viaggio Fotografico, non manchiamo mai di andare a Brooklyn in diverse zone tutte da esplorare…

Harry ti presento Sally

Vidi questo film a Roma mentre ero militare, marzo 1990, all’epoca si entrava gratis al cinema purchè ci si presentasse all’ingresso in divisa. E così feci vestito da marinaio: “Militari gratis“. Naturalmente vidi il film da solo, non erano questo un film da andare a vedere con i commilitoni, molto più propensi per altri film diciamo di… “genere”… Non potrò mai dimenticare le risate nel vedere questa scena che vi ripropongo qui di seguito che poi a sua volta è diventata una delle più famose della storia del cinema anche in chi il film non lo ha visto! Girata in un ristorante di Manhattan nel quale andiamo sempre con i Gruppi di Viaggio Fotografico a riviverne le atmosfere. Il locale in più di 25 anni non è cambiato di una virgola, se non nell’aver inserito una foto del set in un quadretto con le firme del cast del film!

C’era una volta in America

Questo è l’unico film italiano che posso evidenziare in questa rassegna tra quelli che mi hanno legato alla città di New York. In realtà dovrei ricordare per completezza e con un sorriso anche altri due titoli italiani come: “Da Corleone a New York” con Mario Merola e il famosissimo “un jeans e una maglietta” con Nino D’Angelo… Ma torniamo al nostro Sergio Leone che con questo film ha scritto delle pagine di autentica poesia cinematografica con le musiche del Maestro Ennio Morricone, l’inquadratura più famosa del film è anche questa meta delle nostre visite ed è quella che si vede in questo spezzone in cui in fondo alla strada si erge imponente il pilone del Manhattan Bridge. Posso garantirvi che è uno dei posti più pazzeschi in cui andiamo a fare le nostre foto…

King Kong

Immancabile film storico, girato subito dopo la costruzione del mitico Empire State Building…. Le sue inquadrature sono inscindibili dalla storia della città e di questo che è il più classico e affascinante dei suoi edifici. Il film oggi, naturalmente fa sorridere, ma gli effetti speciali ottenuti allora facevano urlare al miracolo. Questo film lo ricordo più per come il film viene vissuto nel merchandising che si trova nei negozietti di souvenir che per aver modificato il mio immaginario della città di New York. Andare oggi a Chinatown o in tutti gli altri negozietti di paccottiglia per turisti che si trovano in giro, significa imbattersi nelle icone classiche di questo film.

Autumn in New York

Pellicola strappalacrime, ma con ambientazioni fantastiche nella città e in particolare le più famose a Central Park in autunno, quando gli alberi si infiammano di rosso, le scene di interni sono meno facili da raggiungere per ovvi motivi, ma il cinema a New York va visto e vissuto in strada, i set sono dovunque. La Fotografia di questo film è così bella, e il titolo così evocativo che lo leghiamo ad un immaginario rasserenante invece che alla storia tristissima vissuta dai protagonisti…. Ma quando vai a Central Park in autunno e vedi che è veramente bello come nel film allora tendi a dimenticare la storia e a goderti il momento e i luoghi fantastici che hai davanti.

Il Maratoneta

Rimaniamo ancora a Central Park dove sono ambientati gli allenamenti del Maratoneta, Dustin Hoffman, che vive una storia completamente staccata dal pretesto sportivo del titolo. Ma un film come questo ti entra nel sangue, fa parte del tuo DNA e quando vai a New York, ti infili le scarpe e vai anche tu ad allenarti lungo le sponde dei laghetti correndo intorno a quei recinti ecco…. Lì senti che la tua vita può finire anche in quel momento. Ve lo voglio dire: correre a Central Park (anche non necessariamente al traguardo della Maratona di New York) è la massima realizzazione che uno sportivo possa avere. Correre in un posto del genere, circondato da alberi e grattacieli ti fa sentire all’interno del film visto magari anni prima. Quando ero lì al quarantunesimo chilometro sentivo svanire la fatica e aumentare l’adrenalina: vivevo in un sogno che si realizzava due volte, sia dal punto di vista sportivo che cinematografico.

Colazione da Tiffany

Altro grandissimo classico della cinematografia newyorkese: la gioielleria più famosa del mondo continua la sua attività sulla 5th Avenue. E anche in questo caso nulla è cambiato negli anni. Lo stile sobrio ed elegante di questo sfavillante negozio resta sempre unico. L’anno scorso siamo anche entrati a curiosare all’interno, non avevamo mai avuto il coraggio di varcare la porta e andare oltre le vetrine. Pur essendo un uomo e piuttosto distaccato dal fascino dei Preziosi, ricordo che mi sconvolse la vista di una collana che brillava di luce propria e aveva al centro un rubino grande come un uovo e tempestato di brillanti. Per curiosità mi presentai (vestito da Fotografo con fotocamera, bermuda e maglietta visto che era piena estate) da una elegantissima venditrice a chiederne il costo, mi rispose con molto tatto: “Quello non ha prezzo, Signore”… Credo però che non me lo avrebbe detto neanche se fossi andato in giacca e cravatta….

i Guerrieri della notte

Guerrieri avete paura???” chi non ricorda quella scena??? Un film degli anni ’70 girato in gran parte nei lunghi e luridi corridoi della metropolitana, racconta la storia delle gang newyorkesi che si davano battaglia per il controllo del territorio. Una carrellata di tipi umani che ci raccontano di stili di vita passati ma tanto in voga fino a pochi anni fa. Già la sigla del film che vediamo in questo spezzone è evocativa e ci porta immediatamente ai luoghi del film, al Bronx all’epoca invivibile e degradato quartiere nero inaccessibile ai bianchi. Oggi, dopo Rudolf Giuliani il Bronx gode di una nuova vita, è un luogo tranquillissimo in cui andiamo sempre a fare i nostri scatti più originali e lontani dai soliti itinerari turistici.

Il diavolo veste Prada

E passiamo dalle “stalle alle stelle”, al contrario, stavolta…. Passiamo dal Bronk lercio alle atmosfere patinate e perfette di quest’altro film molto più recente ambientato negli ambienti della moda newyorkese, con le classiche icone da stress lavorativo e competitività professionale americana. Qui New York è esaltata alla massima potenza. Vedendo questo film ho ripensato alla New York che rifiutavo quando ero bambino, ho visto un mondo lontano dalle strade che amo percorrere e fotografare in questa città. Eppure il fascino che emana anche questo film è unico, così come il personaggio irritante di Maryl Streep.

Fame – Saranno Famosi

Immancabile dopo l’arrivismo economico del Diavolo veste Prada, passiamo alle aspirazioni artistiche e di fama della più famosa scuola di danza della storia del cinema. Il film lo conoscono tutti, racconta gli intrecci delle storie degli Allievi che vogliono crescere e diventare famosi, imporsi per stile e personalità. Divisi tra audizioni e spettacoli, tra formazione e allenamento, tra amori e passioni. Il film a cui facevo riferimento era quello originale del 1980, ma devo dire che il remake che vi propongo qui per una volta tanto è meglio della prima edizione. E anche qui New York è la protagonista della storia, da Times Square alla metropolitana, dalle strade sconosciute alla famosa scuola.

Manhattan

Il film per eccellenza di Woody Allen su New York, dal titolo alla prima scena sono tutti girati nel più incredibile dei 5 Quartieri di New York: Manhattan, quello a più alta concentrazione di grattacieli, quello che è il vero cuore pulsante, il vero baricentro del mondo economico e culturale. Tutto il resto del film parla della città, con la mitica scena della locandina girata nei pressi del Queensboro Bridge dove ogni volta andiamo a fare i nostri appostamenti fotografici al tramonto. E il bello di New York è proprio questo: puoi andare a fotografarla e trovarla sempre lì come era nel film ed è ancora a tua disposizione per trasmetterti tutto il suo fascino. Il Bianco e nero di questo film da alla città un fascino immutabile e senza tempo, un Fotografo certe cose le sente, le percepisce vive, forti e chiare.

Una notte al museo

Il Museo di Storia Naturale è una esperienza meravigliosa da non perdere e purtroppo troppo spesso snobbato dai più come un luogo per bambini. La visita del museo richiederebbe una intera giornata, ed è questo il motivo per il quale non ci andiamo quasi mai a visitarlo, se non in caso di pioggia. Il film, questo si, è rivolto ad un pubblico decisamente giovane, ma è ambientato in un edificio pieno di fascino e curiosità e non si può non citarlo tra i film dedicati alla città.

Eyes wide shut

E dopo un film per bambini, passiamo al grandissimo Stanley Kubrick e al suo ultimo capolavoro girato nei “piani alti” di Manhattan. Vidi per la prima volta questo film da solo, in un multisala di Frosinone, ultimo spettacolo di una fredda sera infrasettimanale… New York ormai iniziava ad essere più vicina per me, ancora non lo sapevo ma 2 anni dopo ci sarei andato per la prima volta, e vedendo Eyes wide shut sono rimasto letteralmente ipnotizzato davanti a quello schermo, devo dire abbastanza congelato da una serie di fortissime emozioni in un mix di paura e di esaltazione, coinvolto in una storia avvincente e con nessuno per commentarla, confrontarmi, gioire o indignarmi. La New York che vediamo qui è quella sfavillante di luci e di ricchezza, una città massonica, in un giro di poteri politici ed economici, di ricatti e scambi. Non è certo la città che vediamo noi, ma è una New York che esiste in certi ambienti e che riguarda magari quello che è seduto affianco a noi in metropolitana. La colonna sonora è l’ennesima mossa geniale del grande regista, non puoi non rendertene conto mentre guardi il film, è in grado di svuotare i silenzi, di esaltare le atmosfere fosche e misteriose dense di noir e di trasgressione in cui è ambientato il film. La coppia Tom Cruise – Nicole Kidman è magistralmente diretta ed interpreta anche nel film una coppia molto reale fatta di intrighi, tradimenti, passioni e colpi di scena.

 

C’è posta per te

Commedia romantica girata agli esordi della Posta Elettronica, quando ancora non esistevano i Social, i siti di incontri ecc, stiamo parlando degli albori di questi sistemi di comunicazione: il 1998. Con Meg Ryan e Tom Hanks, è la storia di due personaggi assolutamente incompatibili sia dal punto di vista professionale che umano che si incontrano di persona e si odiano e si evitano come possono, ma per puro caso, nell’anonimato delle primissime email che iniziavano a girare in quel periodo, i due, senza conoscere le vere identità l’uno dell’altro si scoprono innamorati reciprocamente e sinceramente pur continuando ad odiarsi di persona. Anche in questo caso l’ambientazione ovviamente è  New York.

Il resto del film e il finale sono una storiella all’americana, è bello rivedere oggi al nostro recente passato come se parlassimo della preistoria informatica….

Ruth & Alex

Finisco questa mia personalissima carrellata emozionale con un film del 2015 che vede Morgan Freeman e Diane Keaton in versione marito e moglie che vivono in uno splendido attico nel quartiere di Williamsburgh con vista sull’omonimo ponte e naturalmente sullo skyline di Manhattan. Vedendo il film, una bella storia ben diretta, mi sono innamorato di questo quartiere di tipica vita newyorkese e lontanissimo dagli itinerari turistici. Sono andato a fotografare Williamsburgh pochi mesi dopo aver visto il film, è una zona multietnica della città in cui la vita scorre lentamente, in cui la gente esce a piedi per strada e si muove in metropolitana, in cui si va a fare la spesa sotto casa e dove la sera puoi prendere un drink su una terrazza come quella del film… Torneremo a fotografare Williamsburg su un nostro itinerario tra locali retrò e gente comune, lo faremo perchè…. I LOVE NEW YORK!!!!!

Un giorno di pioggia a New York

Commedia di Woody Allen del 2019 in cui la storia si intreccia in modo magistrale come solo un grande regista sa fare tra due ragazzi che vanno a passare un weekend nella grande città con una serie di incontri sotto la pioggia. Notevole davvero è la ricostruzione fotografica sul set: la luce della fine della giornata con il sole che tramonta con una luce calda mentre sui protagonisti ancora cade la pioggia… New York è così: da vivere in ogni attimo, con ogni condizione meteo: il suo fascino non tramonta mai.

 

The Wolf of Wall Street

uno straordinario Leonardo Di Caprio diretto da Martin Scorzese nel pieno della sua arte cinematografica, racconta la storia vera di Jordan Belfort, “Il Lupo di Wall Street” nato nel Bronx che negli anni ’90 ha fondato “Stratton Oakmont” vendendo azioni per penny e truffando gli investitori e conducendo uno stile di vita pieno di eccessi, droga, prostituzione oltre che operazioni finanziarie scriteriate.

Il film racconta con un ritmo mozzafiato la storia dell’ascesa di questo uomo e la sua caduta. Di Caprio risulta credibile nel suo ruolo e New York, in particolare Wall Street fa da sfondo sociale a tutta la storia.

Ghost

chi come me ha vissuto tra gli anni ’80 e ’90 non può dimenticare la scena di Ghost famosa per demi Moore che lavora il suo vaso con l’abbraccio emotivo del suo fidanzato morto pochi giorni prima… Al dilà della favoletta strappalacrime comunque ben raccontata, forse non tutti ricordano che anche questo film era girato a New York e molte scene erano ambientate nella Subway, sui treni lerci e arrugginiti e nei corridoi fatiscenti della metropolitana… E noi in questo Viaggio Fotografico useremo più volte al giorno la metropolitana, la vivremo e sarà per noi un modo di viaggiare ancor prima che un mezzo di trasporto. La metropolitana di New York è un viaggio nel viaggio e se vuoi approfondire questo aspetto del viaggio te ne parlo qui in QUESTO ARTICOLO.

La mia America al cinema

C’è sempre un motivo, c’è sempre un’emozione che ti fa scegliere di fare un Viaggio piuttosto che un altro… Un Viaggio non si sceglie per segnare un’altra bandierina sulla mappa del mondo, lo fai perchè è quel viaggio stesso a chiamarti a sè. Non sei tu a sceglierlo.

Io, ad esempio, ho fatto gli USA dopo aver scoperto nel mio DNA la mia essenza di Viaggiatore On the Road dopo aver visto decine di film che avevano come protagonisti non dei personaggi, ma i LUOGHI del no where americano, la grande Provincia, i deserti e i Parchi. Le storie raccontate in questo genere cinematografico sono storie fatte di viaggi e di strade, di incontri e di percorsi interiori alla scoperta di se stessi in nome di un protagonista assoluto che è il valore della LIBERTA’. Già…. La libertà…. E’ questo il motore che spinge il Viaggiatore On the Road a ricercare dentro se stesso ciò che a casa non trova, ciò che a casa non riesce ad essere. Il Viaggio diventa quindi lo strumento a nostra disposizione per incontrare noi stessi.

I film di cui ti voglio parlare in questo Articolo forse già li conosci, forse li hai già sentiti nominare o li hai visti, ma sono tutti film con i quali sono cresciuto e ho sognato di partire per un Viaggio da quelle parti. Speravo di fare almeno una volta nella vita un viaggio negli USA, e finora ci sono stato già 8 volte, di cui 2 viaggi Coast to Coast su strada, sognando la libertà, sognando i grandi spazi e il sole brillante di quelle parti di mondo… E altre 6 volte a New York.

La ricerca che ho fatto stavolta è per lasciar parlare le immagini, per darti un pò di spunti per sognare, per misurare il tuo DNA da Viaggiatore On the Road. Questo Articolo quindi non è da leggere, ma da godere, accendi le casse del tuo computer e mettiti comodo., ci metterai un pò a rivedere tutte queste scene, ma ne varrà sicuramente la pena…

Guarda gli spezzoni qui sotto e vota il tuo film preferito! Non vinci nulla e non cambierà nulla nella tua vita, ma scopriremo insieme quale è tra questi il preferito dai nostri lettori…

Thelma & Louise

Non potevo che iniziare da questo film. Nel 1991 avevo 23 anni, ancora studiavo al primo anno di scuola di Fotografia e per la prima volta iniziai a sognare l’America On the Road… Due donne normali che si trovano ad essere braccate dalla polizia in seguito ad eventi normali che hanno avuto delle conseguenze esagerate nella loro vita. Un finale degno di un GRANDISSIMO FILM che ha lasciato il segno nella Storia del Cinema. Libertà dagli uomini, libertà dalle leggi, un viaggio fino alla libertà di scegliere se vivere o morire. Nota: il film contiene uno dei primi Selfie della storia, realizzato con una Polaroid che a quei tempi era di gran moda…. Anche questo un segno iniziatico per la mia carriera di Fotografo che era allora ancora in formazione…. Alcune scene assolutamente esaltanti di vita On the Road, una di queste te la ripropongo qui sotto…

Rain Man

Anche questo film ha avuto per me una sorta di rito di iniziazione al cinema su strada, al viaggio in quanto tale. La storia la ricorderete tutti, due fratelli (di cui uno autistico geniale) si incontrano dopo la morte del padre, e devono attraversare l’America in auto perchè l’autistico aveva il terore di volare in aereo e costringe il fratello a guidare. I due naturalmente vivono nel viaggio una serie di incontri e di esperienze che hanno molto più valore del viaggio stesso. Tom Cruise scopre grazie a Dustin Hoffman i valori della famiglia e il piacere di viaggiare lentamente. Io da questo film ho imparato più di Tom Cruise su ciò che erano i temi del film! Anno 1988, ancora prima di Thelma & Louise, ma fu per me solo un inizio, non una svolta nella mia vita.

U Turn

1997, era già passato qualche anno…. Ancora guardavo i film e sognavo, i tempi per partire ancora non erano maturi per me…. In pochi conoscono questo film di Oliver Stone con Jennifer Lopez e Nick Nolte. Film molto divertente e, altrettanto, decisamente “fastidioso” per la storia che riguardava una specie di povero gangster (Sean Penn) piuttosto sfortunato che vede la sua vita bruciarsi con una serie di sventure che gli capitano in poche ore e che lo porteranno a fuggire da quelli della sua banda. La cosa bella di questo film è che è girato in Arizona, nelle zone che vedremo durante il nostro Viaggio Fotografico Deep South ad agosto 2015. Qui sotto Vi propongo il trailer oppure la versione integrale del film. Se avete un pò di tempo guardatelo, ne vale la pena…

Vai al film: http://it.wikipedia.org/wiki/U_Turn_-_Inversione_di_marcia

 Guarda qui sotto la versione integrale e SE VUOI PARTIRE CON NOI CLICCA SU QUESTO LINK.

Pulp Fiction

E chi se lo sarebbe immaginato nel 1994 che dopo aver visto questo film di Quentin Tarantino sarei diventato un suo fan? Così è stato. Questo NON è un film esattamente On the Road come gli altri, qui voglio condividere alcune scene che si svolgono nelle strade della California e che danno una visione decisamente personale degli Stati Uniti fino ad arrivare alla notissima scena di Mister Wolf che “risolve problemi”.

Iniziamo con la scena della declamazione dei versetti del Libro di Ezechiele fatta durante una vera esecuzione.

Passiamo poi ad un “incidente” che darà luogo alla scena poi di Mister Wolf

Trovo esilaranti i dialoghi surreali di questa scena sul chopper e la colazione della ragazza dopo che Bruce Willis aveva appena ucciso un uomo e stava fuggendo dalla città.

E questo è il finale di Mister Wolf che non poteva mancare nella mia carrellata di Pulp Fiction.

Harry, Ti presento Sally

Anno 1989, a Roma questo film arrivò nelle sale a febbraio 1990 e lo vidi mentre ero militare in Marina, naturalmente andai da solo a vederlo perchè all’epoca i film che si vedevano con i Commilitoni erano di tutt’altro genere e, per così dire, riservati solo ai Militari….. Scelsi bene. Questo film mi cambiò la vita. Uno dei film più divertenti che abbia mai visto. Qui torniamo a parlare dell’America On the Road: i due ragazzi si incontrano a Chicago per condividere un viaggio in auto fino a New York. 18 ore di guida da fare con uno sconosciuto che si rivelerà per loro essere l’inizio di un lungo percorso che va ben oltre la destinazione raggiunta.

Iniziamo con la prima scena del film, è l’incipit da cui parte tutto. Siamo in auto, proprio all’uscita da Chicago, all’inizio del loro viaggio, inizia l’America on the Road. Iniziano i dialoghi tra i due definendo i ruoli di viaggio e nella vita…

Il Viaggio in auto dà modo di parlare, di conoscere l’altro e se stesso. Vedendo scene come questa che segue ho iniziato fortemente a desiderare di andare in America. Cosa non avrei fatto all’epoca per partire apposta dall’Italia, andare a mangiare in un ristorantino come questo. Poi, per fortuna ci sono stato tante volte e ci torneremo anche ad agosto con il nostro Viaggio Fotografico nel Deep South.

Little Miss Sunshine

Purtroppo non sono riuscito a trovare scene in italiano delle parti di questo film girate On the Road. Accontentatevi di questo stralcio di America vera e Sociale. Il film racconta la storia di una famiglia in viaggio verso il sud degli Stati Uniti per portare una bambina ad un concorso di bellezza che, viste le sue caratteristiche, difficilmente riuscirà a vincere. Uno spaccato di vita familiare il cui racconto si snoda lungo le strade assolate che portano dal New Mexico alla California.

Easy Rider

Questo film l’ho visto solo di recente, dopo essere già andato negli USA diverse volte, è la quintessenza del viaggio On the Road americano, è il film simbolo degli Anni ’70, dei bikers e delle loro roboanti Harley Davidson che sfrecciano lungo le strade nei deserti del West americano in totale libertà. Vedendo questo film ti verrà la voglia di attraversare l’America su due ruote…

Svalvolati on the Road

Una sorta di parodia di Easy Rider, rivisto in chiave comica 30 anni dopo. Un film gustoso da vedere che ha scene divertentissime di questi motociclisti piuttosto inesperti. L’altro lato dell’America borghese e irrealizzata in cerca di emozioni forti senza essere preparati alla sfida che li aspetta rendendosi anche goffi e correndo qualche rischio. Anche in questo caso, scopriamo la voglia di viaggiare in libertà, concetto a quanto pare di largo interesse nel cinema americano…

 

Into the Wild

Il Viaggio portato alle estreme conseguenze nella più selvaggia natura americana. Film straordinario con meravigliose ambientazioni nei Parchi americani. Una storia vera, straordinaria e incredibile di un Viaggio in Solitaria vissuta da un ragazzo che sceglie il Viaggio come stile di vita e non come vacanza. Per gli amanti dell’avventura, per chi vuole stare a contatto con la perfezione e l’infinito.

Scappo dalla città (la vita, l’amore, le vacche)

Altro Viaggio lontano dalle strade ma nell’America di Indiani e Cow Boys, nel Deep South degli USA: quattro amici quarantenni si trovano a fare il punto della loro vita durante una vacanza a cavallo in cui devono accompagnare una mandria di vacche attraverso le grandi praterie. Film bellissimo fatto di dialoghi intensi come questo che ti suggerisco di vedere.

 

Crossroads (Mississippi Adventure)

La musica è la protagonista di questo film che racconta il Viaggio di una giovanissima promessa del Blues che sceglie di seguire il suo mentore in viaggio, un musicista molto più anziano di lui che sarà per il ragazzo un Maestro di vita più che un maestro di musica. Il titolo Crossroads è riferito all’incrocio tra le Highway 61 e 49 in cui nasce la cittadina di Clarksdale famosa per il più importante Festival Blues del mondo. Vivere quei posti è entrare nel mito americano.

 

Paura e delirio a Las Vegas

Di nuovo sulla strada, di nuovo a raccontare una storia fatta al volante, la storia di due pazzi cocainomani che assumono impressionanti mix di ogni tipo di sostanze psicotrope durante il loro soggiorno a Las Vegas. Storia surreale legata alle strade americane. Un film relativamente poco noto, da scoprire e apprezzare in questo breve trailer.

 

USA ON THE ROAD

“Qui dove regna il silenzio , dove il vento arriva annunciato dal fruscio delle foglie , dove i condor dispiegano le ali lanciandosi nel loro volo…

Solo qui la mia anima vagabonda potrebbe restare, per contemplare ogni giorno questa immensità”

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Potrei chiudere qui il racconto del mio viaggio in USA perché queste poche mie  righe  raccontano tutto l’incanto di questa seconda meravigliosa esperienza alla scoperta del continente e di un pezzo di storia americana.

Andare  nel cuore dell’America vera, in un viaggio “on the road” é come entrare in un mondo irreale, dove i confini tra il sogno e la realtà sono indefiniti, dove tutto cospira contro l’affannata ricerca di una linea di demarcazione che é difficile trovare, perché in questo posto sogno e realtà si mescolano in un tutt’uno dando vita ad emozioni indescrivibili a parole.

Monument Valley framed low resCosa si prova andando alla ricerca dei grandi Parchi Nazionali del Colorado, Arizona , Utah, nella “Four Corners Region” fino ad arrivare nel New Mexico a Santa Fe , alla scoperta delle riserve dei Nativi Americani  dislocate in questa zona degli  States per soddisfare il desiderio di entrare nel mito e con esso diventare parte di quel mito stesso e sentirsi albero, roccia, cielo…insomma, un tutt’uno con l’Universo?

E che dire dell’incontro con  gli “Harley drivers” che ora come allora percorrono le strade , bandane ed capelli al vento, dritti ed orgogliosi sulla sella nella loro interminabile , inesauribile  “easy ride” ?

DurangoQui le emozioni sono tante: ben delineate eppure indistinte, perché arrivano a raffica. Inaspettatamente. É sufficiente guidare…Basta guardare dal finestrino della tua macchina e, complice la musica country, non fai nemmeno in tempo ad osservare, perché  il panorama cambia costantemente e ti avvolge, ti avviluppa, ti sorprende, ti ammalia, ti strega…

Ho attraversato le strade più deserte, contornate da monoliti multiformi e incantati, strade costeggiate da interminabili filari di pali della luce, quelli che si vedono nei film e che adesso sono lì, davanti a te e non ci credi, non ce la fai a credere che quella é la realtà e non un film, perchè tutto si confonde in un mix di desiderio ed appagamento. Ho visto i tramonti più intensi,  di quelli che quando ci ripensi ti batte forte il cuore, come per me in questo momento al solo ricordo, ed hai un nodo in gola sopraffatta dalla nostalgia.Ho visto la terra rossa dell’Arizona scivolare sotto le ruote del nostro SUV, dopo aver volteggiato per noi in una meravigliosa danza d’amore, in un turbinio di forme e colori, avanti ai nostri occhi sconvolti da tanta semplice bellezza; occhi desiderosi di posarsi ovunque e di assaporare tutto l’inverosimile che quei posti possano mostrare.

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

Ci siamo regalati , io e mio marito, compagno di vita e di viaggi, emozioni intense ed abbiamo invidiato il volo dei Condor che si tuffano nelle infinità del Grand Canyon e che con i loro volteggi sono i guardiani della silenziosa immensità che ti avvolge, ti prende, ti inebria e ti fa quasi delirare perché vorresti tuffarti anche tu, con loro, tra le rupi scoscese , laggiù , verso il Colorado che puoi solo vedere da lontano così sorprendentemente verde smeraldo, scorrere maestoso con incedere quasi regale.

E poi, nel viaggio di ritorno verso Los Angeles ci siamo immersi nella storia, quella della “Mother Road” la mitica Route 66 * che, ancora abbigliata in perfetto stile ’50-60 ( e pure ’70, ogni tanto) ci ha fatto divertire e sbarrare gli occhi come bambini difronte alla più bella delle vetrine, perché c’è solo un vetro che ti separa dagli oggetti tanto desiderati ed amati e che sai che, oltrepassando quella barriera, quelle cose saranno tue, anche solo per un momento, anche solo per uno sguardo, perché te li porterai dentro, con te, in quel bagaglio che ti trascini dietro, come una chiocciola e che é la tua memoria.

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

Si, perché queste sono state emozioni profonde, strabilianti, che ci hanno segnato, ci hanno stregato, perché sentire un vecchio menestrello che con la sua chitarra ti racconta storie nella fragile lunghezza  di una ballata e ti culla nella sua melodia che ti riporta indietro nel tempo e nel nirvana dei tuoi ricordi più appassionati non ha prezzo, ed allora tu inforchi gli occhiali affinché nessuno veda le tue lacrime di pura felicitá scorrere sul viso, perché l’impatto con quel pezzetto di vita é stato così forte e così acuto, che  non lo puoi condividere con nessuno.

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Durango train*Le città di Kingston, Seligman, Williams, in Arizona,si possono visitare  percorrendo l’ultima sezione  dell’Interstate 40 che scorre parallela con la Route 66 e che si snoda tra le stesse città , ad ovest di Flagstaff, venendo dall’Arizona verso la California.

Una menzione particolare meritano Peaches Spring e Durango.

La prima bisogna andarsela a cercare. Si trova in Arizona ma il percorso é semplicissimo. Noi siamo partiti dal villaggio di Tusayan, uno dei villaggi per accedere al Grand Canyon South Rim  che é raggiungibile transitando sulla 64 che si incrocia sulla Interstate 40, prima di Williams. Da Tusayan si va verso Peaches Spring, percorrendo la Route 66, seguendo le indicazioni. Questa località, composta di quattro casupole e di un paio Hotel xké vicina al Grand Canyon si trova nel territorio della riserva degli Hualapai ed é una delle città che ha maggiormente pagato lo scotto del decadimento della Mother Road a seguito della costruzione della i40.

Arizona Navajo

In questo posto rimangono i resti del Trading Post building e posso dire che qui  c’è il nulla assoluto ma questo posto ha un fascino particolare, con le carcasse delle vecchie macchine arrugginite abbandonate dovunque .Oltre a ciò in questo particolare tratto della  Mother Road, parlo, nello specifico di quello tra Kingman ed Ash Fork, che rappresenta il tratto più bello della Road 66, c’è qualcosa di peculiare e caratteristico che appartiene alla storia americana. Attraversandola, troverete dei curiosi segnali stradali consecutivi prevalentemente di colore rosso , di forma rettangolare ad “altezza di macchina”. È una serie di cartelli posti a circa 100 metri l’uno dall’altro e che, se letti consecutivamente, formano un breve verso in rima ma che hanno la funzione di attirare l’attenzione del guidatore che, x leggerli, deve necessariamente diminuire l’andatura. in effetti la finalità della presenza di questi segnali é proprio questa.Come si sa, in America si guida piano: ora come allora gli “Highway Patrols” sono sempre in agguato!Questi segnali ricalcano una tecnica pubblicitaria utilizzata da una vecchia marca di schiuma da barba degli anni ’50 :Burma-Shave.

New Mexico

Durango si trova in Colorado, nella regione dei “Four Corners”. Se volete assaporare l’atmosfera vecchio west, se volete entrare nella storia ( ed io ve lo consiglio) se volete rimanere a bocca aperta e rivivere le emozioni che vi riportano alla vostra infanzia quando guardavate i film western o leggevate Tex Will, questo é il posto che fa per voi. Imperdibile.

La “Four Corners Region” é la regione ovest degli USA situata nei pressi del punto in cui le frontiere dell’Arizona, del Colorado, del Nuovo Messico e dello Utah si incontrano. Le parti situate in Arizona, Nuovo Messico e Utah, fanno parte della riserva Navajo, mentre quella del Colorado, é nella riserva Ute.

In essa, si trovano i Parchi Nazionali più particolari e più decantati degli Stati Uniti: la Monument Valley, il Grand Canyon (Arizona),la Foresta Pietrificata (Interstate 40- Arizona)’il Canyon de Chelly, l’Antelope Canyon ( Highway 98-Page-Arizona)

Foto © Daniela Cifarelli Photographer
Foto © Daniela Cifarelli Photographer

 

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