GUIZHOU: la Cina di Maurizio Trifilidis

Per un viaggio di incontri e foto in Cina, ho scelto il Guizhou. Non avevo interesse per le grandi citta “modernizzate” e neanche per le antichità  più note al turismo. Il Guizhou è una regione rurale, dove  tuttora l’agricoltura costituisce  la base essenziale dell’economia locale. Una regione che vede la presenza di molti piccoli villaggi le cui tradizioni  e abitudini stanno si cambiando ma più lentamente rispetto ad altre parti del paese; villaggi con una popolazione media  anziana, perché anche qui i giovani, come  succede in tutto il mondo,  preferiscono trasferirsi nelle grandi città, alla ricerca di modernità e di lavori diversi da quello nei campi.

Pulizia della cucina – Foto: © Maurizio Triiflidis
Ragazza Etnia Long Horn nella stanza principale – Foto: © Maurizio Trifilidis

Complessivamente, ciò che più mi ha colpito in questi piccoli villaggi, e che rimane ben evidente nelle foto scattate, è stata la facilità del rapporto umano con chiunque abbiamo incontrato.  Superando spesso a gesti o con l’aiuto della guida la barriera della lingua,  quando abbiamo bussato a una porta ci è stato sempre aperto e ho potuto fotografare quanto non mai le persone, sempre ospitali e disponibili, pronti a offrirti una sigaretta, un thè o una parte del loro pranzo, all’interno delle loro abitazioni.

Cina
Fumatori – Foto: © Maurizio Trifilidis

Le prime foto riguardano i Long Form, una tribù dell’etnia Miao, che si caratterizza  per le  vesti colorate e, soprattutto, per i tipici copricapi di legno ricoperto da matasse nere. Vivono in un’area  remota,  lontana dai flussi turistici e mostrano con orgoglio i simboli della propria tradizione.

In attesa – Foto: © Maurizio Trifilidis
Offerta di Zuppa – Foto: © Maurizio Trifilidis

Le altre foto riguardano le attività quotidiane più elementari, spesso legate al pranzo o a un momento di riposo. Ho partecipato anche a un matrimonio, semplice ma incredibilmente rumoroso: di fronte agli sposi un signore accendeva in continuazione  batterie di “miccette”, piccole ma in quantità incredibile, e il cui intenso baccano è percepibile anche solo dal fumo ben visibile nella foto e dall’enorme scatola che ne conteneva solo una parte.

festa di matrimonio – Foto: © Maurizio Trifilidis
Preparazione del pranzo – Foto: © Maurizio Trifilidis

In nessuno dei miei viaggi precedenti avevo fotografato così tanto in interno e soprattutto persone. Un viaggio che ha cambiato il mio modo di fotografare e che ha trasformato ogni scatto, preceduto e seguito sempre da un partecipato scambio umano,  in una testimonianza di comunanza con il soggetto fotografato; ogni foto rappresenta un volto e una storia a sé stante, con  l’unica eccezione dell’ultima, il “villaggio”, necessaria  a mostrare il contesto esterno dei posti visitati.

Cina
Formaggio in tavola – Foto: © Maurizio Trifilidis
Cina
Preparazione del cibo – Foto: © Maurizio Trifilidis
Il pranzo pronto – Foto: © Maurizio Trifilidis
Amore Materno – Foto: © Maurizio Trifilidis
Cina
Il Villaggio – Foto: © Maurizio Trifilidis

Ladakh

Attraversando il Ladakh

C’è una terra straordinaria in Oriente  capace di  imprigionare  il cuore di chi l’attraversa. La paragonerei ad una stella caduta sulla terra, un angolo di paradiso dimenticato.  L’altopiano del Ladakh, chiamato anche il piccolo Tibet. I pendii rocciosi delle valli sono un libro aperto di geologia che affascina chiunque per la varietà dei colori, con l’alternarsi degli strati e delle cenge, con i grandi mammelloni sabbiosi.

Il paese degli alti valichi, nomi che provano a evocare, senza riuscirci completamente, la meravigliosa sensazione di trovarsi in una terra unica al mondo. Oasi polverose circondate che si alternano ai monasteri lamaisti, fortezze in miniatura dove il tempo sembra fermo a un’epoca lontana, un luogo remoto e dalla natura sproporzionata dove tutto ha una sua spiegazione poetica o mistica, frutto della serenità e della fede di uno dei popoli più intimamente religiosi del pianeta.

Entrando silenziosamente  nei monasteri della valle dell’Indo, camminando nelle immense distese aride e selvagge circondate dalle vette innevate, sono riuscita a  scivolare nella pace di un mondo antico, fatto di persone dai gesti semplici e di una spiritualità così profonda da lasciare tracce indelebili nella propria memoria.

Non puoi percorrere la Via prima di essere diventato la Via stessa.

Gautama Buddh

…… E Tutto scorre

All’inizio e alla fine del mondo tutto era acqua e tutto diverrà acqua

E’ l’antico testo del Kata Sarit Sagar a rammentarci che fra questi due estremi il mondo si evolve e si dissolve in una serie interminabile di cicli attraverso milioni di anni. L’uomo partecipa a questo dilemma, appare e scompare di volta in volta nel corso delle ere.

Il pensiero indiano provvede ad offrire una via di salvezza in questo trauma, attraverso il distacco del proprio io dalla ruota senza fine dell’esistenza. Questo distacco può essere operato quando si raggiunge l’asceteismo e la meditazione, annullando il desiderio di possesso, così che ognuno possa guardare aldilà dell’esperienza umana ed apparente.

Ladakh

Altre vie sono offerte al Karma, raggiungimento degli obiettivi positivi, dalla Bakti, amore e adorazione per dio, dal dharma, senso della giusta azione. Questi percorsi spirituali permettono di raggiungere la moskha (liberazione) che conduce il se aldilà del tempo dove il legame con la causa è profondo ed entriamo in uno stato di sonno senza sogni, conosciuto come turiya.

Ladakh

L’uomo ideale (uttam purusha ) è chi ricerca questa visione e gioisce per il benessere di tutte le creature

Chhandogya Upanishadd 8.12

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