La metropolitana di New York

The Subway

The Subway: solo qui si chiama così, mai chiamarla Metro…

Amo viaggiare e neppure dopo tanti viaggi ho perso la capacità di stupirmi davanti alle cose che vedo; nulla è mai ovvio né scontato, neanche le cose che già conosco o i luoghi che ho già visitato. Ogni volta è una scoperta perché nel frattempo sono io stesso ad essere cambiato.

La metropolitana di New York non fa eccezione a tutto questo, è un vero viaggio nel viaggio, una sorpresa ogni giorno perché quasi sempre è nuova la gente che vi si incontra.

Già… Ho scritto quasi perchè in realtà ci sono alcune figure che sembrano loro stesse far parte di quelle gallerie e appartenere ai lunghi condotti che conducono nelle viscere rocciose del sottosuolo di Manhattan, quasi fossero elementi di arredo progettati insieme alla stazione.

Umanità in viaggio nella Subway di New York. Foto: © Roberto Gabriele

È il caso dell’uomo che distribuisce le copie gratuite di “Metro”, il free magazine che conosciamo anche in Italia: la sua vita professionale inizia al mattino alle 6 quando comincia ad urlare una specie di litania che dura fino alle 9, allorché le copie del giornale sono esaurite e lui sparisce insieme a loro dileguandosi senza riapparire fino al mattino successivo, e così per anni, per sempre… Puoi ritornare e ritrovarlo lì: stazione 34 linea BDFM.

Se invece ti trovi a frequentare la Grand Central Station, nei suoi infiniti corridoi sotterranei, ed esattamente dove c’è il passaggio comunicante con lo “Shuttle” per Times Square, lì trovi puntualmente la musica Country suonata dalla classica famiglia allargata che esegue questo genere: tre fratelli, due di questi con relative mogli che suonano la chitarra, il basso e la batteria e cantano, vestiti con camicie a quadroni, gonne a fiori e ciabatte. Cantano storie di vita rurale della gente del Sud.

Il Viaggio nel Viaggio. La metropolitana di New York è un mondo a parte. Foto: © Roberto Gabriele

La gente

Ma non ci sono solo gli habitué, nella Subway puoi trovare ogni genere di artisti di strada, alcuni di loro sono dei veri professionisti e hanno uno speciale patentino che li abilita ad esibirsi: li trovi sui treni ma possono essere dovunque, puoi vederli in un in una stazione di periferia e il giorno dopo sentirli cantare a Broadway.

Non è un modo di dire, se cerchi su YouTube “U2 underground Times Square” vedrai che anche loro, gli U2 di Bono Vox, quelli veri, si sono esibiti in un concerto gratuito e non programmato tra i corridoi della piazza più famosa del mondo…

La sigla della Febbre del Sabato sera è stata girata qui. Foto: © Roberto Gabriele

Ti imbatterai in burattinai e suonatori di fisarmonica, in ballerini-acrobati che fanno ogni genere di movimenti spericolati afferrandosi a pali ed a sostegni per le mani, li vedrai esibirsi in spettacoli di alto livello. Naturalmente non manca il disperato, quello che prova a fare qualcosa, che non sa cantare, né suonare né ballare, quello che cerca di attirare l’attenzione parlando di sua madre tossicodipendente e del padre ucciso. Lui in genere non cerca di impaurirti, ma solo di farsi dare un dollaro che non riesce a guadagnare in altro modo.

Scorci dalle stazioni. Foto: © Roberto Gabriele

E poi c’è la gente… migliaia di persone in ogni treno, 5 milioni e mezzo di persone al giorno e quasi due miliardi l’anno! C’è il mondo intorno a te. Ricordo le scene del film “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders, in cui un angelo era in grado di ascoltare i pensieri delle persone sulla metropolitana e capirne le infinite storie di vita.

Ecco… quando sono sulla metropolitana di New York le guardo e a volte le fotografo, ma sempre le ascolto, anche nei loro infiniti silenzi.

I loro corpi parlano al posto delle parole: il linguaggio dei gesti, la postura, l’abbigliamento e… Mi piace osservare la gente e immaginarne le storie, proprio come nel film… È bello guardare le ragazze bellissime, altissime. Le vedi dirigersi a Chelsea, dove ci sono le Agenzie di modelle… le immagini andare a fare un casting, potresti magari ritrovarle in un manifesto pubblicitario al rientro in Italia…

La funivia si prende con l’abbonamento della metropolitana. Foto: © Roberto Gabriele

Un viaggio nel viaggio

Puoi vedere ovunque il classico top manager nel suo nuovo look, che ha sostituito la vecchia 24 ore con una borsa nera per il computer, oppure che indossa il cappotto con lo zaino sulle spalle… Mi domandavo perchè ne vedessi tanti in questo look… Allora ho iniziato a osservare i dettagli di ciò che indossavano, cercavo di indovinare che cosa potessero avere nello zaino… Alla fine l’ho capito: vanno al lavoro la mattina portandosi l’abbigliamento per allenarsi dopo l’ufficio.

Finito l’orario di lavoro indossano le scarpe e la tenuta da running, cose che avevano nello zaino la mattina, mettono il cappotto e il resto nello zaino e tornano a casa facendo anche 15-20 chilometri di corsa, allenamento del tutto normale per la preparazione della più classica delle Maratone, proprio quella di New York!

Il manovratore di metà treno. Controlla la sicurezza dei passeggeri. Foto: © Roberto Gabriele

Anche la vecchia icona della donna vestita elegantemente in metropolitana e che calza le scarpe da ginnastica portando quelle con i tacchi a spillo nella borsa è ormai passata: le donne hanno sì tacchi vertiginosi, ma piuttosto larghi e certo stanno più comode rispetto a qualche anno fa!

E naturalmente mi diverto ad osservare il colore della pelle, che mi parla della società cosmopolita Newyorkese e che non ha paragoni in nessun’altra città del mondo in termine di numero di etnie.

Scoprire la città con la metropolitana:

Un’altra cosa che mi piace fare è allontanarmi da Manhattan, dal centro, dall’ombelico del mondo… Prendo la linea 4 o la 5 e me ne vado nel Bronx dove conosco qualche posticino poco turistico nel quale andare a scoprire la faccia più vera della città. La via del ritorno sulla metropolitana è bellissima perché la scena che vi si ripete sempre è quella di trovarmi come unico bianco circondato da un treno di blacks e qualche portoricano, orientali pochi… sì… quasi tutti neri.

Si muovono a famiglie intere, mamme con due o tre figli oppure gruppi di amici adolescenti… Ma sempre insieme, a gruppi. Ci trovi i rappers, quelli più distinti e le facce tipiche delle donne che vanno a fare le pulizie in qualche ufficio a Wall St. La cosa più bella è osservare lo…. “sbiancamento” del colore medio della pelle dei passeggeri man mano che il treno si avvicina a Manhattan e poi a downtown.

I neri scendono e i bianchi salgono: quel treno unisce il quartiere più povero e quello più ricco della città, è un treno democratico uguale per tutti e che accompagna ciascuno nella propria vita.

Deposito della metropolitana in pieno centro a Manhattan. Foto: © Roberto Gabriele

In Italia sarebbe chiusa…

Ma la cosa che mi piace di più della metropolitana di NYC è il suo fascino decadente che non le vieta di essere efficientissima in tutto. Credo che sia la rete più fatiscente che io abbia mai visto in un Paese occidentale, è sporca, decisamente schifosa, gli interni non sono minimamente curati e la manutenzione che viene fatta è solo tecnologica senza nulla di estetico.

Non è raro imbattersi in topi giganti anche in pieno centro, si trovano travi arrugginite e perdite di acqua provenienti non si sa da dove, cartacce e bicchieri di cartone, scatole di pizza e coperte puzzolenti abbandonate dagli stessi clochard per quanto erano inservibili.

Qui si dimenticano i fasti e le decorazioni della metropolitana di Mosca, la modernità e l’arte di quella di Napoli, o la pulizia di quella di Berlino o Dubai. Qui sei vicino all’inferno, anche per il caldo umido che provi tutto l’anno, per il rumore assordante dei treni e dei loro condizionatori. Eppure questa città, senza la sua fetida Subway non sarebbe così bella.

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Le stazioni sopraelevate hanno un fascino fotografico incredibile. Foto: © Roberto Gabriele

La metropolitana e il Paesaggio Urbano

Adoro perdermi nelle stazioni di periferia, quelle più isolate e remote, dove ti trovi da solo ad aspettare un treno o dove scendi e hai l’impressione di essere inseguito di passi silenziosi di un serial killer. Sono quelle stazioni sopraelevate che trovi a Brooklyn, nel Queens, o a Coney Island, dove ti rendi conto di essere nella Little Mosca e dove i negozi hanno le scritte in cirillico! Ne conosco di bellissime: stazioni che passano all’altezza delle basse case a due piani della infinita periferia di New York.

Siamo ad un’ora di metropolitana da Manhattan e siamo ancora nella municipalità di New York. I due capolinea distano tra loro quasi tre ore di viaggio! Da queste stazioni puoi osservare non solo i tetti delle case viaggiando a circa 10 metri di altezza da terra, ma sei abbastanza alto da poter vedere in lontananza tutto lo skyline di Manhattan e i suoi grattacieli che riempiono l’orizzonte. Una vista mozzafiato, uno degli scorci più belli che abbia mai visto della città…

La metropolitana a Brooklyn è sopraelevata, passa sopra al livello delle case basse e da sopra si vedono i grattacieli di Manhattan. Foto: © Roberto Gabriele

C’è una stazione della linea 7 nella quale potrei stare affacciato per ore alla piccola balaustra al termine del binario che va verso il Queens. Da quel punto mi accorgo di essere sopra la città, sotto di me c’è la strada che brulica di auto, camion e persone, e se alzo lo sguardo dritto davanti a me vedo arrivare i treni che arrancano sui binari in salita.

Sullo sfondo di tutto questo, da lontano, posso osservare l’Empire State Building, il nuovissimo One World Trade Center e il traffico di treni e passeggeri che inconsapevolmente sfilano intorno a me.

Le stazioni:

E se prendi la linea A, quella blu, in direzione Far Rockaway e superi l’aeroporto JFK dove decine di aerei riempiono il cielo con i loro boati, non fermarti e prosegui ancora, sei nel nulla, ti stai avvicinando al mare. Eccolo: ora ce l’hai davanti, sei sull’Oceano Atlantico!

Intorno a te vedrai i surfisti affrontare le onde come se fossi in California, qui non ci sono grattacieli ma solo ville sul mare e un silenzio assordante rotto solo dal garrito dei gabbiani.

Approfitta per fare una passeggiata e per dimenticare il centro per qualche ora: qui c’è la quiete che non trovi a Manhattan, quando dopo questa gita ritornerai in mezzo alla gente sarà ancora più bello apprezzare il caos!

Dimentica il traffico di Manhattan e vai a perderti nelle stazioni di periferia. Foto: © Roberto Gabriele

E poi c’è il ponte di Williamsburg, percorrilo al tramonto sulla linea marrone JMZ, quando il sole tramonta. Affacciandoti sulla destra riuscirai a vedere il Manhattan Bridge e poi in fondo il Ponte di Brooklyn con il sole che tramonta dietro ai grattacieli.

Questi sono i venti secondi più belli del viaggio, non puoi allungarli, non puoi ripeterli e non hai tempo neanche di fare una foto: dura un attimo, ti mozza il fiato, senti un groppo alla gola e in quel preciso momento ti rendi conto che sei davvero a New York!!!

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La stazione di Williamsburg, sullo sfondo l’omonimo ponte. Foto: © Roberto Gabriele

Articolo pubblicato sulla Rivista Acqua & Sapone di marzo 2017

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380 chilometri, 25 linee, 472 stazioni, sugli stessi binari puoi prendere i treni Local che fermano in tutte le stazioni oppure gli Express che ne saltano tantissime e sono più veloci, ma se sbagli dovrai tornare indietro!

Per orientarti devi sapere che le linee dentro Manhattan sono parallele tra loro e le stazioni hanno il numero della street che tagliano; troverai 4 stazioni con lo stesso numero, su strade diverse e lontane tra loro.

Una jungla di binari, di gallerie, di collegamenti: puoi camminare a piedi per un chilometro solo per cambiare tra due linee che solo apparentemente si incrociano!

Le direzioni da seguire sono sempre e solo due: Uptown and Bronx oppure Queens and Downtown and Brooklyn.

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