I Volti dell’India

Non è facile raccontare l’India. Un Paese così vasto, quasi un continente, dalle infinite sfumature, ricco di contraddizioni e di profonda spiritualità, un mosaico di volti che si intrecciano.

L’India.

Una terra antica, capace di confondere e incantare allo stesso tempo.

 

Molte persone, quando sono tornata, mi hanno chiesto “Ma perché proprio l’India? E’ sporca, povera, inquinata”. Perché è un altro mondo, e quando viaggio cerco sempre di andare in posti lontani, non solo geograficamente, ma anche culturalmente. Perché sono affascinata dalla diversità. Per le contraddizioni di quel paese, i colori, le persone e la loro spiritualità.

Non è semplice spiegare perché si rimane rapiti dall’India, e per questo ho cercato di raccontarlo attraverso la fotografia. Le mie foto riguardano il popolo. Sono proprio le persone che ho incontrato, a farmi “dimenticare” che mi trovavo in un luogo sporco e povero, dove la miseria è ovunque e in ogni momento. Persone che accolgono un viaggiatore sconosciuto e mai viso prima, come se lo conoscessero da sempre.

Il mio viaggio, difficile e meraviglioso, inizia da Delhi, dalle sue baraccopoli e dal suo

caos. E’ un posto indimenticabile che sconvolge qualsiasi viaggiatore e che dà la sensazione di essere catapultati in un altro mondo, soprattutto per la povertà in cui versa molta gente.

 

Persone povere ma ricche di una dignità e una fierezza senza pari.

Sguardi profondi, mai indifferenti, dentro volti segnati dalle difficoltà della vita.

Donne avvolte in bellissimi sari colorati, bimbi curiosi di conoscerti e di sapere

da dove vieni e che cosa fai. Il colore non manca mai, è nei muri, negli abiti, negli sguardi: un inno alla vita.

L’India. Un paese in cui religione diventa ragione di vita, dove la spiritualità trova spazio nella quotidianità e trova il culmine in città sacre come Varanasi. E’ la città più antica al mondo ancora popolata, dove tutto ha una fine, ma anche un nuovo inizio. Bagnata dal sacro Gange, che accoglie i fedeli per purificazioni e battesimi, è il luogo in cui gli induisti vanno a morire, per poi essere cremati sulle sue rive, così da poter rinascere.

di Silvia Pasqual

 

Cuba 11

 

Cuba

Cuba: attimi di vita

Descrivere cuba in poche parole è molto difficile. Conosciuta spesso per le meravigliose spiagge bianche, il mare cristallino, i sigari ed il rum… Cuba è molto di più! Atterrati all’havana, Trinidad o qualsiasi altra città cubana, sembra quasi di aver viaggiato su una macchina del tempo che ci ha riportato in un’altra epoca, completamente lontana dalla nostra realtà: gli anni 50. Una città vecchia, con edifici molto vecchi, decadenti. Una città vecchia, eppure così viva, così movimentata sin dalle prime ore del mattino. Persone semplici che conducono una vita perfettamente normale in una città senza tempo. Ma è proprio questo che mi ha affascinato. Spesso, noi appassionati di fotografia, siamo attratti da eventi straordinari e insoliti e non ci accorgiamo di quanta bellezza abbiamo intorno a noi, anche semplicemente nei piccoli gesti delle persone, nei loro occhi, nei loro sorrisi. E’ stato questo l’obiettivo del mio viaggio fotografico, ritrarre la vita quotidiana di quest’isola, così diversa, piena di contraddizioni e probabilmente destinata via via a cambiare nel tempo con le nuove generazioni.

E così, guardandoti intorno, vedi donne che con un secchio lavano i pavimenti e ti ricordi quando tua nonna ti raccontava che si faceva così ai suoi tempi, porte delle case sempre aperte, fino a tarda sera, così da intravedere la vita all’interno di esse, con bimbi che giocano scalzi e mamme che li chiamano per la cena.

Noti un padre che, di buon mattino, saluta il figlioletto, e gli raccomanda di comportarsi bene, anziani signori che si apprestano a lavorare, sotto l’ombra del loro cappello, mentre le nuove generazioni si costruiscono un futuro andando a scuola, con le loro ordinate divise; nel frattempo degli strani personaggi, in un angolo, attendono di essere fotografati, per un soldo in più.

Arriva il pomeriggio e l’atmosfera è ancor più rilassata: i bimbi festeggiano la fine della scuola, mentre chi ha lavorato la mattina, si riposa un po’; due anziane signore, sorridono mentre osservano il tempo che passa, mentre una mamma e una figlia si tengono il broncio per una piccola incomprensione.

La musica fa da contorno a tutto ciò. Gruppi di suonatori, spesso anziani, seduti sui marciapiedi che rievocano grandissimi successi cubani, che raccontano semplici momenti di vita, storie d’amore o di rivoluzione, sempre sorridenti e fieri di quella musica che, seppur antica, è intramontabile.

Gente che cammina, gente che lavora, gente che aspetta, magari una mancia da un turista, o che semplicemente sta seduta sul marciapiede a guardare la vita che scorre inesorabile intorno a loro.

Un bel viaggio in un mondo antico, negli anni 50!

 

Testi e foto di Silvia Pasqual: https://www.facebook.com/silvia.pasqual

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